Clubhouse: Il Social che parla d’arte | Andrea CONCAS | ArteCONCAS

E’ diventato il social del momento…tutti ne parlano e ne vogliono far parte… 

Clubhouse è arrivato come un fulmine nelle vite social di moltissimi, prima negli USA e ora in Italia…

Caratteristica principale: si ascolta e si parla all’interno di stanze virtuali…e piace tantissimo al mondo dell’arte

Scopriamo perché…

È senza dubbio il place to be del momento…il social più cool che sta coinvolgendo, travolgendo e soprattutto facendo parlare il mondo dell’arte.

Se Instagram temeva i video di TikTok, ora deve anche guardarsi – o meglio aprire le orecchie – alle conversazioni audio dirompenti di Clubhouse… il nuovissimo social network basato interamente sulla voce dei suoi utenti che possono parlare all’interno di stanze tematiche dove il diritto di parola è per tutti

Per questo…almeno nella sua fase iniziale…viene definito il social network più democratico del momento

E già da tempo, sui sistemi di messaggistica come Whatsapp, Telegram, Facebook Messenger o nei Messaggi in Direct di Instagram si predilige un messaggio vocale ad uno di testo… 

Una scelta legata alla praticità…velocità…pigrizia ma anche al contesto.

Questo fenomeno in divenire non è certo sfuggito a due visionari imprenditori americani della Silicon Valley – Paul Davison e Rohan Seth

I due ex assi di società come Pinterest e Google – dopo aver raccolto oltre 100 milioni di dollari dalla società di venture capital Andressen Horowitz e già investitori di Facebook, Twitter e Airbnb…hanno lanciato ad Aprile 2020 in piena pandemia, il social network Clubhouse, dove è possibile partecipare in diretta solo con la propria voce, e che ad oggi conta i primi 2 milioni di utenti con una valutazione che supera 1 miliardo di dollari!

Per i più romantici Clubhouse ricorda un inedito walkie talkie…ad altri una radio o un podcast interattivo 4.0, dove la comunicazione è bidirezionale, ma il social del momento è più simile alle piattaforme per le call come Zoom, Meet, dove è possibile gestire uno “stage”, un palco con Moderatori e Speaker insieme ad una platea di ascoltatori che si riunisce in Stanze o Club sempre più tematici.

Esploso negli USA nei mesi scorsi, a Gennaio 2021 è arrivato in Italia con grande entusiasmo, ma soprattutto esclusività. 

Ad oggi è possibile accedere solo su invito, e questo piace tanto alla Community di Clubhouse che cresce in base al numero di inviti che ricevono gli utenti già iscritti

Una catena che crea dipendenza perché, leggenda vuole, che per ogni utente che invita un altro, il primo ne sia responsabile, un garante quindi delle azioni: il ban che potrebbe colpire l’invitato quindi, colpirebbe anche il garante.

Se da un lato l’esclusività è diventata leva di marketing disruptive, dall’altro ha garantito un grande livellamento degli interessi, status e peculiarità degli utenti, i quali invitandosi tra di loro creano valore e soprattutto community verticali.

Le Stanze diventano sale tematiche, dove condividere argomenti sempre più di nicchia, in cui tutti possono partecipare, seppure con la moderazione degli organizzatori, ma dove il diritto di parola è per tutti e per alzata di “mano”, con l’obiettivo di dare il proprio contributo alla conversazione.

La propria voce su Clubhouse diventa un’arma molto potente, che lascia spazio all’immaginazione: può amaliare, coinvolgere, annoiare o infastidire, ma certo permette a tutti di andare oltre i propri limiti, senza doversi fermare di fronte alle barriere tecnologiche o di immagine pubblica

Con Clubhouse basta un Iphone – per ora il social è scaricabile solo su device con sistema iOS – e la propria voce: si può parlare in qualunque condizione o momento della propria giornata, in pigiama, in attesa del proprio turno in Posta o mentre si cucina o si fa sport, perché decidi tu se ascoltare o parlare.

Ma attenzione: Clubhouse ha un altissimo tasso di “time consuming” e crea dipendenza come non mai!

All’interno del social non mancano i grandi nomi dell’arte come il contemporary art agent Johann Konig, l’artista Rashid Johnson, il direttore della fiera d’arte VOLTA Kamiar Maleki, il curatore Hans Ulrich Obrist, o ancora la Founder di MTArt Agency Marine Tanguy. 

Arrivato anche l’Italia, felice di aver dato il via con le prime stanze dedicate all’Arte in italiano,  ma ogni giorno arrivano sempre più gatekeepers dell’arte 

Numerose le stanze tematiche dedicate all’arte, alla sua promozione, all’innovazione e alla Blockchain, al mercato dove talks e interviste accendono confronti e chiacchierate in modo ordinato e di valore.

Io ne sono innamorato e anche su ClubHouse parlo letteralmente ogni giorno di Arte e Innovazione, con la stanza delle 14 “ART LUNCH CON ARTECONCAS” 30 minuti per nutrirci d’Arte parlando di Innovazione, grandi Artisti, Musei, delle Professioni, del Mercato, del Sistema e rispondere alle domande.

Allora cosa aspetti? Vieni a parlare con me di Arte!

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